XXI del tempo ordinario A

27 agosto 2023

 

La gente parla, parla, e sparla. Ma chi è? Gente: numero indeterminato di persone riunite in un luogo o comunque considerate collettivamente. Praticamente quando non si vogliono identificare le persone si parla di gente o di folla; quando non si riesce a identificare il colpevole di un atto si parla di gente o di persone; quando nessuno vuole prendersi la responsabilità si parla di gente comune. Ma tra la gente chi ha parlato di Cristo? Tra la folla chi si esprime su Cristo? Tra la moltitudine cosa si dice di Cristo?

Esprimere un pensiero ed esporsi, oggi diventa difficile; preferiamo stare sul vago, non immischiarci, non metterci la testa. Per questo alla domanda: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?», è facile rispondere: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». All’anonimato della gente, il primo nome che viene contrapposto è quello di Giovanni Battista. Si contrappone bene la sua figura, poiché se c’è una persona che non si è nascosta tra le dicerie della folla è proprio Giovanni Battista, l’ultimo dei profeti dell’antico testamento, colui che per la Verità non ha esitato a perdere la faccia, il precursore di Cristo che Erode aveva mandato ad arrestare e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre (cf. Mc. 6,17-28).

E Geremia? È il profeta inviato dal Signore, al quale Dio aveva detto: «Tu, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di' loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro. Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti» (Ger 1,17-19). È il profeta che non si è tirato indietro pur sapendo che sarebbe andato incontro a persecuzioni e violenze. È il profeta che ha accettato la missione di Dio senza opporre resistenza.

Elia? Chi è Elia? È l’uomo di Dio rapito in cielo dopo aver sferzato il Re d’Israele e aver lottato per la conversione del popolo fino allo sfinimento, fino a chiedere a Dio il dono della morte a causa delle incomprensioni. È l’uomo di Dio che incontra il Signore nella brezza leggera dello Spirito, che si fida ciecamente del Signore e diviene il più grande dei profeti dell’antica alleanza.

E Cristo? Adesso proviamo a rispondere alla domanda più impegnativa che lui stesso pose ai suoi discepoli allora e che pone a noi oggi: «Ma voi, chi dite che io sia?». Chi è per me Cristo? Chi è per te Cristo? Chi è Cristo per noi cristiani e non per la gente comune? Chi è, non cosa ha fatto?

Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». È facile prendere la risposta di Simone al quale Gesù disse: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa». Teniamo ben presente che se Pietro in quel preciso momento non avesse lasciato agire lo Spirito del Padre in Lui, non sarebbe uscito dall’anonimato e nemmeno dal pensiero comune della gente, professando la sua fede.

Questo ci insegna che non dobbiamo sempre e per forza seguire la massa, riportare ciò che dice la gente, pensare come pensano i più, ma avere il coraggio di Giovanni Battista, la tenacia di Geremia, la forza di Elia per testimoniare a tutti il Vangelo di Cristo, sapendo andare controcorrente, rompendo gli schemi della mentalità comune, avere quella raffinata Sapienza che viene da Dio e che l’apostolo Paolo esalta. Solo così potremo vivere in prima persona il Vangelo, non ci vergogneremo di essere cristiani nascondendoci tra la folla, supereremo anche le incomprensioni e le eventuali derisioni per sentirci autentici profeti del Signore nell’anonimato di questo mondo e di questo tempo. Saremo anche noi Pietre vive ai quali Gesù può continuare ad affidare la sua Chiesa e a ciascuno può dire come a Pietro: «A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Sì, a noi, che sotto la guida del successore di Pietro, il Papa, continuiamo ad annunciare e a vivere il Vangelo per rendere questo anonimo mondo una casa dove tutti si riconoscono sempre più, non per il sentito dire, ma per l’amore e la fede che ci lega gli uni agli altri.