XXVII del tempo ordinario A

Anniversario della Dedicazione della chiesa parrocchiale

8 ottobre 2023

 

“Avranno rispetto per mio figlio!”. È fiducioso quell’uomo, il padrone della vigna. Possiamo ancora parlare oggi di rispetto? Tutti lo vogliono, tutti lo esigono, ma quanti lo offrono? Sentiamo come la vigna del Signore, la Chiesa, sia attaccata a destra e a manca, in molte parti del mondo i cristiani siano perseguitati e uccisi, proprio come il figlio del padrone della vigna, e nel nostro continente l’indifferenza è assoluta. L’azione dei contadini omicidi e devastatori è quanto mai attuale e il passaggio della Scrittura che il Signore cita (salmo 117) “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d'angolo” è quanto mai corrente.

Celebrare l’anniversario della Dedicazione della Chiesa parrocchiale, diventa per noi oggi, non un semplice ricordo, ma la consapevolezza che la Chiesa, la comunità cristiana, ogni cristiano che in essa vive, ha come fondamento Cristo Signore, pietra fondante, ma anche pietra di inciampo. Infatti, Cristo, con la sua Parola, diventa per molti motivo di ostacolo e cos’è l’ostacolo se non un inciampo. È quanto mai difficile vivere il nostro essere cristiani alla luce del sole, in una società che ha fatto del cristianesimo il suo ostacolo, il suo inciampo, il suo punto di scarto. Tuttavia, senza quella pietra fondante, la Chiesa crollerebbe e con essa tutta la costruzione; senza Cristo il nostro mondo inquieto, sempre alla ricerca di un pensiero nuovo e coinvolgente, stimolante e accattivante, si svuota di senso, lasciando che la vigna resti solo un terreno incolto e devastato.

Cristo, il figlio mandato dal Padre perché, rispettato da quei contadini avidi e predatori, attenti solo a impossessarsi di una cospicua eredità, potesse far coltivare l’amata vigna, viene schernito, massacrato e ucciso. Cristo è il Figlio che il Padre ha mandato nel mondo, perché la sua vigna potesse tornare ad essere rigogliosa, piena di uva matura e buona: proprio in questa vigna, il nostro vecchio mondo, il Signore Gesù ha trovato uomini e donne che l’hanno schernito, massacrato e ucciso. Anche oggi questo avviene ogni volta che vogliamo fare della vigna del Signore un terreno incolto, pieno di indifferenza, di avidità, di intolleranza verso il Vangelo; anche oggi noi cristiani, chiamati a lavorare nella vigna, diventiamo come quei contadini assassini ogni volta che, in virtù dei nuovi non-valori che avanzano nel mondo, mettiamo a tacere Cristo e la sua Parola. Non stupiamoci allora se non c’è più rispetto verso la Chiesa, verso Cristo, verso i cristiani. Chiediamoci piuttosto: come ci comportiamo? come viviamo nella vigna del Signore? quanta passione ci mettiamo nel coltivarla? Se i primi a lasciarla incolta e abbandonata sono i contadini, come possiamo pretendere che, quanti dal di fuori la attaccano, la rispettino anche? Se i primi a non vivere il Vangelo e a mostrare indifferenza verso Cristo sono i cristiani, come possiamo stupirci che la pietra di fondamento sia stata scartata?

Solo avendo a cuore la vigna che il Signore ci affida nelle diverse mansioni, liturgiche, catechistiche nell’annuncio cristiano, caritative verso il prossimo e in ogni forma di volontariato, potremo dire che la parola del Salmo che Cristo ha citato, diventerà viva e vera in mezzo a noi. Sì, “questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”, perché non può che essere una meraviglia quanto il Signore opera in mezzo a noi e attraverso di noi in un mondo che ha messo Cristo al bando. Se ci stupiamo del mancato rispetto verso Cristo e verso la sua Chiesa, cerchiamo invece di meravigliarci ancor di più della bellezza di Dio nella vita della comunità, perché la vigna non sia più abbandonata, ma florida e rigogliosa. Diamoci da fare a vincere l’indifferenza imparando una volta per tutte a coinvolgerci nella vita comunitaria, senza fermarci alle piccole cose che ci riguardano, ma ampliamo il nostro sguardo, allarghiamo il nostro cuore e diventiamo contagiosi delle meraviglie che il Signore opera in noi, perché anche i contadini della vigna più lontani, più indifferenti, meno rispettosi, possano, grazie alla nostra testimonianza cristiana, tornare a meravigliarsi di Dio.

Come fare? Guardiamo a Maria: non restò con le mani in mano, ma si alzò in fretta per dirigersi verso Elisabetta. Dirigiamoci in fretta anche noi verso coloro che troviamo o indifferenti verso Cristo o irrispettosi verso la sua Chiesa o apatici verso il Vangelo: senza tante parole portiamo loro la nostra vita ricolma di Cristo, come ricolma di Cristo era Maria. E se non ci è dato di portare Cristo nel nostro grembo, come fu per sua Madre, possiamo portarlo nel nostro cuore e donarlo agli altri in gesti semplici, concreti e meravigliosi di carità cristiana, che non si limiterà a dare qualcosa di materiale a qualcuno solo per lavarci la coscienza, ma una vera evangelizzazione che stupirà i più increduli e lascerà a bocca aperta i più indifferenti.

Allora la nostra carità sarà vera, sincera, autentica e quella Pietra di fondamento scartata dai contadini irrispettosi, continuerà a sorreggere la Chiesa che custodirà una meravigliosa vigna, per il buon vino della gioia, della festa, dello Spirito.

Sì, alziamoci in fretta, non tentenniamo; alziamoci in fretta, non esitiamo; alziamoci in fretta, non tergiversiamo; alziamoci in fretta, non opponiamo resistenza allo Spirito; alziamoci in fretta, non addormentiamoci; alziamoci in fretta e andiamo verso i fratelli e le sorelle, augurandoci a vicenda buon cammino sugli stessi passi di Maria.