XXX del tempo ordinario A

29 ottobre 2023

 

Amare: un verbo che diciamo di conoscere, ma che in realtà non comprendiamo pienamente. Amare non significa avere una relazione o una storia con qualcuno, ne tantomeno possiamo pensare di conoscere questo verbo solo perché siamo fidanzati o sposati da tanto tempo.

Amare è innanzitutto un’azione di Dio verso di noi, uomini e donne, che possiamo comprendere cosa significhi se ci mettiamo alla scuola di Dio che ha dato se stesso per noi in Cristo suo Figlio. Solo quando entreremo in quest’ottica comprenderemo davvero cosa significa amare. Dio ha dato se stesso per noi, ha offerto a noi Gesù Cristo, il quale è morto per noi e per noi è risorto, per noi ha dato la sua vita sulla croce e non ha risparmiato se stesso.

Cosa significhi amare lo comprendiamo solo ed esclusivamente se siamo disposti a morire per una persona che diciamo di amare, diversamente non è amore, ma infatuazione. Una madre e un padre sarebbero disposti a morire per i propri figli: questo è l’amore che due genitori hanno imparato e appreso da Dio. La stessa cosa vale per moglie e marito, ma anche per un prete verso la sua comunità. Quanto sono disposto a morire per la mia gente? Ha colpito la dichiarazione del patriarca di Geruralemme, il cardinale Pierbattista Piazzaballa, quando nei giorni scorsi si è reso disponibile ad offrire la sua vita per i bambini fatti ostaggio durante le rappresaglie in Terra Santa. Insignito del dono del cardinalato da pochi giorni e rivestito degli abiti color porpora, che ricorda il colore del sangue che ogni cardinale è chiamato a versare come Cristo, Pizzaballa non ha esitato a mettersi nelle mani dei violenti, pur di aver salva la vita di quegli innocenti, bambini che ancora oggi ci ricordano la strage avvenuta ai tempi della nascita di Gesù per mano del sadico Erode, non solo con missili, bombe e armi.

Che strani siamo: diciamo di amare e siamo sempre in guerra, non solo con missili, bombe ed armi.

Amare: non è un gioco tra ragazzi che credono di dichiararsi sentimenti grandi, non è un semplice patto siglato tra marito e moglie per far stare in piedi un matrimonio, ma la condizione sine qua non, e non è nemmeno un accorato appello che viene proclamato dal pulpito per far andar d’accordo tra loro i cristiani di una comunità. Amare significa donare la vita e basta; non si ama poco o tanto, ma si ama e basta; o siamo disposti a donare la vita – il che significa essere disposti a morire al posto di qualcuno – o non abbiamo ancora capito cosa vuol dire amare; forse cerchiamo di scimmiottare questo forte sentimento tra ragazzini, forse cerchiamo di viverlo al meglio tra coniugi o familiari, ma avremo raggiunto la conoscenza dell’amore quando – come il patriarca di Gerusalemme di fronte al pericolo – sapremo offrire la nostra vita. Di questo ci parla la Legge nel libro dell’Esodo, quando il Signore Dio, per mezzo di Mosè, ha detto ad ogni membro del suo prossimo di condividere il proprio mantello col povero anziché rubarglielo; San Paolo ricorda ai Tessalonicesi che grazie al loro amore per la comunità sono venuti alla fede e alla conoscenza di Dio.

Binomio inscindibile: fede e carità. Binomio inscindibile, ma c’è ancora chi ama Dio e non il prossimo o in nome di Dio uccide. Che contradditori siamo.

Il Signore ci dice a chiare lettere che amare Dio è il grande comandamento, ma non saremo in grado di amare Dio, anche con tutta la nostra fede e la nostra devozione, se non sapremo amare il prossimo come noi stessi. La fede in Dio, in poche parole, non è separata dalla carità per il prossimo, ma è un tutt’uno. E questo ce l’ha insegnato Maria, che in fretta si alzò e andò verso la cugina, non per un tornaconto personale o per andare a ricevere una gloria umana, ma per portare alla lontana parente quell’Amore che già aveva in grembo, Cristo Signore. Così anche noi, se non porteremo Cristo agli altri, se non ci comporteremo come Cristo, se non doneremo la nostra vita come ha fatto Cristo per noi, avremo ancora molto da imparare su cosa sia l’amore e su cosa significhi veramente amare. E viceversa, perché Dio si riflette nel volto del prossimo e nel prossimo vedremo il volto di Dio. Amare il prossimo significa andare verso il prossimo.

Questo viene detto a noi che per spirito di contraddizione odiamo i comandamenti imposti, ma ci piace fare da insegnanti, da maestri e da leader. Questa è la teoria che a parole so spiegare benissimo; ma troverò qualcuno, sull’esempio di Cristo, che mi saprà mostrare la pratica, perché anch’io impari ad amare Dio e soprattutto il prossimo come me stesso e anche di più?