Immacolata Concezione B. V. Maria

8 dicembre 2023

 

Sono diversi i testi attraverso i quali si è voluto delineare questa definizione che riguarda Maria. Alcune iscrizioni definiscono “Tota pulcra est Maria”, ossia “tutta bella è Maria”, ma non di una bellezza esteriore, come si potrebbe intendere in questo momento, dove l’apparire conta molto più dell’essere, quanto di una bellezza interiore che vuole valorizzare il suo concepimento senza macchia. Tra le litanie lauretane nelle quali si invoca Maria, si recita: “Regina concepita senza peccato originale”, che è la comune spiegazione a questo dogma creduto dai cristiani fin dai tempi antichi. C’è un’altra invocazione nelle litanie che ci porta a invocare Maria come “Madre immacolata”, che in latino suona così: “Mater intemerata”. Cosa significa questo termine? Addentriamoci nel vocabolario etimologico e scopriremo che questo titolo ha significati profondi da spiegarci e che senza ombra di dubbio possono essere riferiti a Maria.

Intemerato, in latino intemeratus, significa inviolato, composto da “in” che dice la negazione, “non”, e dal participio passato di “temerare” che significa profanare. Letteralmente potremmo tradurre questo vocabolo così: “non profanato”. È una parola fine e rara, il cui uso tributa al concetto che denota – l’essere onesto, integro – un connotato solenne, di grazia profonda. L’intemerato si è conservato puro, non è stato toccato dalla corruzione o non le ha ceduto. Il nesso etimologico con la profanazione colora di sacro questa qualità, la eleva rispetto alla semplice onestà conferendole un’aura di perfezione, e fa sì che questa parola sia da usare con particolare proprietà, anche perché non è molto conosciuta. Ad esempio può essere intemerato l’eroe da romanzo, o il leggendario pioniere dei diritti civili, o il nonno preferito, in casi limite chi è “in odore di santità”. È ovviamente salvo l’uso ironico che si può fare di questa parola: potrà essere di intemerata lealtà il braccio destro del politico corrotto, il libertino potrà vantare una lussuria intemerata, e il cittadino intemerato darà fuoco ai cassonetti.

Utilizzato in forma solenne o ironica, comprendiamo che questo termine, ormai caduto in disuso, ha però un profondo messaggio da darci se applicato a Maria, colei che, a differenza di Eva, non si è lasciata corrompere dal peccato, anzi, pur con tutti i suoi dubbi, ha saputo fidarsi di Dio.

Mettere a confronto Eva con Maria è un attimo: la prima donna si è lasciata abbindolare dal serpente, segno del diavolo, simbolo di colui che vuole separare Dio dall’umanità, si è fidata della sua lingua biforcuta e si è lasciata trarre in inganno allontanandosi da Dio e allontanando l’umanità intera dal suo Creatore; Maria, al contrario, non cedendo alle tentazioni umane che l’avrebbero portata a non spendersi troppo per un disegno così assurdo e poco chiaro, ha pronunciato il suo “Sì”, forte del fatto che Dio l’avesse preservata dal peccato per accogliere in sé il Dono di grazia per eccellenza, Cristo Signore, ma soprattutto in piena libertà.

Due donne a confronto: l’una ci ha portato lontano da Dio con i suoi sospetti e la sua diffidenza, con la sua disobbedienza e la sua viscidità; Maria, invece, pur con i suoi perché, ci ha donato il Salvatore, permettendo a Dio di farsi uomo e salvare l’uomo con la sua divinità.

Questa celebrazione allora non vuole solo esaltare Maria tutta bella, intemerata, pura come nessun’altra creatura e non vuole nemmeno umiliare l’uomo che, discendendo da Eva, porta in sé i segni del peccato originale, ma esaltando colei che è stata preservata dal contagio originale per accogliere nel suo grembo il Figlio dell’Altissimo, ci stimola a combattere su questa terra contro le viscidità del tentatore, contro la diffidenza che il peccato porta in sé allontanandoci da Dio, contro tutto ciò che tiene lontano Dio dalla vita dell’uomo, sbarrandogli la porta del nostro cuore e impedendo a Dio di entrare nella nostra vita per renderla santa e quindi davvero felice.

Non saremo intemerati come Maria? Non saremo puri di cuore come lei? Non saremo immacolati per privilegio? Siamo però amati da Dio che in Maria si è fatto uomo e ci ama a tal punto da donarci sempre la sua grazia e la sua misericordia donandoci il Cristo suo Figlio che sulla croce ha riconciliato a sé tutte le creature, dando a tutti una vita nuova con la risurrezione. Quindi non abbattiamoci se solo Maria è stata preservata dalla colpa naturale, ma continuiamo a porci contro ogni sorta di male, generando anche noi ogni bene che il Signore ci dona di compiere e questo bene non sarà altro che l’immagine, forse non sempre nitida, ma pur sempre fedele del nostro Dio, che non ha schifo del peccato dell’uomo, perché non ha mandato il suo Figlio per salvare i giusti, ma coloro che si riconoscono peccatori e bisognosi della sua infinita misericordia.